Questo nuovo disco è il quinto tributo di Murubutu al connubio fra musica rap e letteratura nonché il terzo concept album. I brani che lo compongono hanno tutti un comun denominatore: la notte. La notte come realtà parallela che trasforma magicamente i luoghi su cui cala mutandone i contorni, i colori ma anche le percezioni, i comportamenti e i sentimenti delle persone che la vivono. La notte come momento di riposo o tormento, ora sogno, ora incubo. La notte come continua metamorfosi soggetto-oggetto che assume facce diverse in un ciclo continuo. La notte è davvero solo momento negativo funzionale al divenire illusorio dietro cui si cela l’Essere perenne di Parmenide? Nell’album la notte si fa medium narrativo attraverso cui raccontare fenomeni complessi come la guerra, la solitudine, il lutto ma anche il fascino della natura, l’ispirazione artistica, l’amore. Il titolo che parafrasa la celebre opera di Fitzgerald allude alla notte come catalizzatore di paure e speranze in cui l’individuo vive più che mai il confronto con se stesso. Anticipati dal video del singolo La notte di San Lorenzo tutti i racconti contenuti hanno registri e suggestioni differenti e risentono dell’influenza di narratori contemporanei come Haruf, Rigoni Stern, Ishiguro, Lauenstein ma anche classici come Wordsworth, Kafka e Dostoevskij, miscelati nella mia testa con approfondimenti storici e racconti popolari. I rap-conti contenuti nell’album sono ambientati in tanti luoghi, prossimi o remoti, dove l’arrivo della notte rappresenta l’inizio di una nuova dimensione che rende possibile capovolgere la coordinate della percezione diurna. La notte come luogo sia fisico che mentale.

Le produzioni sono affidate in gran parte a beatmaker della scena hip hop nazionale (Il tenente, Dj West, XxX -Fila, Swelto, Dj Fastcut, SuperApe, R-Most) noti per il loro suono classico e caldo che bene si amalgama alle sue narrazioni. Anche in questo album la forte identità di genere delle basi strumentali corrisponde allo sforzo nel dare luogo ad una scrittura attenta a tecnica e contenuti: vogliono essere una dimostrazione, rivolta soprattutto alle giovani generazioni, di come si possa realizzare musica hip hop senza tralasciare concetti e riferimenti che possano contribuire ad una crescita culturale. Alcune produzioni sono impreziosite da interventi strumentali di musicisti reggiani come Emanuele Reverberi (Giardini di Mirò) e Stefano Castagnetti (Ico). Gli ospiti al microfono, oltre ai soci di sempre (La Kattiveria e Dj T-Robb) e a due talentuose voci femminili (Daniela Galli, Dia), sono artisti cconsiderati da Murubutu tra i maggiori esponenti della scrittura alta nel rap in Italia (Caparezza, Mezzosangue, Claver Gold, Willie Peyote, Dutch Nazari).

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