I Romani hanno sempre privilegiato la solidità della terraferma all’irrequietezza dell’acqua. Tant’è vero che la prima battaglia navale fra la flotta cartaginese e quella romana (260 a.C.) fu vinta da Roma grazie a una geniale innovazione “tecnico-tattica”: i ponti d’abbordaggio, capaci di trasformare un’insidiosissima tenzone marina in una ben più confortevole battaglia terrena. Da quel momento, e grazie alla continua reiterazione di quell’invenzione, i Romani divennero rapidamente i padroni incontrastati dell’intero mar Mediterraneo: trasformato ben presto in una sorta di “piscina di casa” – evoluzione natatoria dello “stagno di rane” cantato da Socrate – e proprio per questo ribattezzato Mare Nostrum. Infinitamente più sicuro e accogliente dell’oceano ululante oltre le Colonne d’Ercole. Ma qui, ovviamente, la dicitura Mare Nostrum viene utilizzata in tutt’altra accezione. Vuole riassumere in maniera estremamente concisa l’enorme ricchezza di musiche e di culture dei tanti popoli che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, come splendidamente ci ricorda Luigi Cinque nella sua dotta introduzione. Buon ascolto!

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Chill Out Ethnic / World Lounge

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